Data deluge

Nel febbraio del 2010 l’Economist dedicò la sua copertina e una serie di articoli al “diluvio di informazioni” (Data deluge) che quotidianamente in modo più o meno consapevole produciamo e consumiamo. Dati spesso non strutturati e di difficile interpretazione. Dati che riguardano le persone e le loro abitudini, dati che sfuggono al controllo di chi in prima persona dovrebbe poter scegliere come e quando questi debbano essere utilizzati.

Ci troviamo, ad oggi, da circa un decennio nell’era dei Big Data e molti passi in avanti sono stati fatti per decodificare i milioni di terabyte che popolano le autostrade digitali che ci circondano. Dobbiamo constatare però che, mentre siamo tutti produttori di dati (recensendo locali, scrivendo tweet, mettendo like sui post che ci piacciono, ecc.) non tutti siamo consumatori degli stessi dati che, rielaborati mediante algoritmi sempre più sofisticati diventano altro e sfuggono alla nostra comprensione e al nostro controllo. Utilizzando i nostri smartphone seminiamo con grande generosità dati i cui frutti vengono raccolti da chi possiede e conosce le tecnologie in grado di elaborare le tracce da noi lasciate.

In questo contesto diventa di fondamentale importanza mettere a disposizione delle persone strumenti e applicazioni che rendano possibile la comprensione delle dinamiche sociali, economiche e ambientali proprie del contesto in cui vivono quotidianamente.

Una possibilità in questo senso viene fornita dallo studio di apposite interfacce che rendano le persone consapevoli e in grado di poter fruire delle informazioni che possono e devono guidare le loro scelte. Fino a che il dato non viene utilizzato non assurge al rango di contenuto informativo. Realizzando applicazioni per dispositivi mobili facili da usare, che utilizzino dati prodotti con metodo scientifico, come i dati Istat,  è possibile dare un contributo al processo di democratizzazione delle informazioni rendendole fruibili alle persone attraverso gli strumenti che prediligono ovvero quegli stessi smartphone che li rendono produttori di dati.

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